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CDRA ottiene il parziale annullamento del “Piano cave” della Regione Siciliana

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Il TAR Sicilia Palermo, con sentenza n. 2558/2017, in accoglimento del ricorso promosso dal senior associate Avv. Enzo Puccio nell’interesse di un’impresa estrattiva e del Consorzio Siciliano Cavatori, ha dichiarato illegittimo il Piano cave nella parte in cui prevedeva – per le attività estrattive esistenti in zone SIC, una volta scaduta l’autorizzazione in corso di validità – la impossibilità di chiedere il rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività di cava e ciò a prescindere da una preventiva valutazione sull’effettiva incidenza della stessa sulle finalità dell’area.

In particolare, è stata accertata la violazione dell’art. 1 della L.r. 13/2007, che invece prevede espressamente che le aree munite di valenza ambientale possono essere sede di attività economiche, previo esito positivo della procedura di valutazione di incidenza ambientale volta a verificare se una determinata attività commerciale possa incidere in termini negativi, non superabili neanche con specifiche prescrizioni di salvaguardia, con le finalità di tutela ambientale proprie dell’area.

Il TAR ha ritenuto che una disciplina che precluda a priori l’esercizio di un’attività economica nelle aree SIC sia contraria alla normativa che regolamenta la materia. Il medesimo TAR ha precisato che detto principio, avente portata generale, varrà per tutte le imprese estrattive che si trovassero nella medesima condizione dell’impresa ricorrente.

 

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