CDRA vince al TAR in tema di responsabilità della P.A. per la ritardata conclusione del procedimento di rilascio dell’autorizzazione unica per la realizzazione di un impianto fotovoltaico
CDRA – con gli Avv.ti Carlo Comandè, Paola Floridia e Patrizia Saiya – ha visto accogliere dal T.A.R. il ricorso proposto in favore di un operatore attivo nel settore delle energie rinnovabili al fine di ottenere il risarcimento del danno dallo stesso patito in ragione dell’inosservanza, da parte della P.A., del termine di 180 giorni prescritto dall’art. 12 d.lgs. 387/2003, ratione temporis vigente, per la conclusione del procedimento di rilascio dell’autorizzazione unica.
Il T.A.R., in pieno accoglimento delle censure formulate da CDRA, ha accertato la sussistenza di tutti i presupposti della responsabilità aquiliana della P.A. prescritti dall’art. 2043 c.c. ed ha accolto la domanda di risarcimento del danno articolata in seno al ricorso, condannando l’Amministrazione resistente a versare alla ricorrente una determinata somma a titolo di danno emergente, ed affermando anche la risarcibilità del lucro cessante, la cui quantificazione ha rimesso al contraddittorio fra le parti tenendo conto dei contenuti della relazione tecnica prodotta dalla ricorrente che quantificava il suddetto danno in poco meno di dieci milioni di euro.
In particolare, il T.A.R. ha riconosciuto la sussistenza del nesso di conseguenzialità immediata e diretta tra la ritardata conclusione del procedimento ex art. 12, d.lgs. n. 283/2003 e il mancato accesso agli incentivi tariffari, affermando che risulterebbe provato per tabulas che la mancata conclusione del procedimento nei termini prescritti dalla legge abbia impedito alla ricorrente di ottenere il provvedimento autorizzativo del proprio progetto e con esso la possibilità di accedere ai meccanismi di incentivazione, e ciò a causa del ritardo procedimentale interamente addebitabile all’Amministrazione procedente.
